Con la sentenza 2 luglio 2020, n. 13598, la prima sezione della Suprema corte, ribaltando quanto era stato statuito in secondo grado (App. Ancona 13 maggio 2015), chiarisce che se la fascia di rispetto autostradale viene spostata all’interno della proprietà residua dei soggetti espropriati, tale spostamento può rilevare ai fini dell’indennizzo calcolato in favore del privato per aver subito il danno cagionato dal deprezzamento della proprietà residua; ciò, in particolare, nel caso in cui ne derivi un’alterazione delle possibilità di utilizzare la stessa oppure la perdita della possibilità di poter provvedere a nuove costruzioni sulla parte residua rimasta in proprietà, dal momento che le fasce di rispetto autostradali producono un vincolo assoluto di inedificabilità (circa i criteri di determinazione dell’indennità d’esproprio nel caso in cui, per effetto della realizzazione o dell’ampliamento di una strada pubblica, il privato ...